Succede che, di tanto in tanto, da qualche studioso vengano fuori nuove teorie su questo o quest'altro personaggio storico/letterario. Tempo fa vi avevamo parlato di Nick Carraway, il narratore del Grande Gatsby, che secondo un professore americano era gay ed innamorato di Gatsby stesso. Stavolta tocca a Robin Hood, proprio lui, il ladro che si nascondeva nella foresta di Sherwood rubando ai ricchi per dare ai poveri, anche lui sarebbe gay, lo afferma Andrew James Johnston, un filologo britannico che insegna presso la prestigiosa Freie Universitaet di Berlino.
Secondo Johnston, il ladruncolo belloccio in calzamaglia, interpretato al cinema da fior fior di attori super machi, sarebbe stato un gay hippy che viveva nella foresta per scappare dalla vita frenetica della città (di gia?) e per nascondersi dal bigottismo della vecchia Inghilterra. Secondo questa tesi, Little John, fedele amico sempre accanto a Robin, altro non era che il suo compagno e Maid Marion, ossia colei che siamo abituati a conoscere come sposa di Robin, in realtà comparirebbe nelle leggende solo molti secoli dopo come alibi etico, per dare alla storia un senso più tramandabile.
Johnston azzarda addirittura che tutta la compagnia che girava intorno a Robin fosse composta da gay, compresa Marion, e che erano costretti a rubare per mantenersi e non per ridistribuire il bottino ai più bisognosi.
Tante volte ci siamo chiesti cosa, questo tipo di scoperte comportino per noi lettori, se queste inficino o meno l'idea che nell'immaginario ognuno di noi si è fatto di un determinato personaggio. Si fa bene ad attaccare gli stereotipi letterari o no? Tutte le volte non abbiamo trovato risposte, forse perché non cambia nulla o forse perché cambierebbe troppo.
Certo che quella calzamaglia verde… o forse era un leggins?
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