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Jane Eyre secondo Tata Francesca

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– Pronto?

– Lalla, sono io, Francesca.

– Francesca! Come facevi a sapere che ero io dall'altra parte del telefono?

– Perché ti ho chiamata io, Lalla. Ascoltami, ho un problema.

– Oddio, no! Non dirmi che Yetta ha di nuovo scambiato il parrucchino di zio Antonio per il gatto dei vicini e l'ha portato a far sterilizzare!

– No, la parrucca non c'entra. Si tratta del Signor Sheffield.

– Yetta ha scambiato il Signor Sheffield per il gatto dei vicini?

– Lalla, ascoltami. Sono seria. Devo andarmene da qui. Devo lasciare questa casa, Niles, i ragazzi e il signor Sheffield.

– Francesca, sei impazzita?!? A zia Assunta piglia un colpo! Sta già facendo la dieta del cappone ripieno per entrare nel vestito che userà al vostro matrimonio!

– Maxwell non mi amerà mai. Ci sono troppi ostacoli, Lalla; la perdita della moglie, CC che non lo lascia mai un secondo, e poi, parliamoci chiaro: cosa mai avrei da offrire a Maxwell? Lui è un ricco imprenditore teatrale, io una giovanissima ragazza che fino a poco tempo fa vendeva cosmetici porta a porta…

– Francesca, forse stamattina hai davvero esagerato con la lacca.

– Lalla, sono seria ti dico! Qualche giorno fa Maggie ha lasciato a casa un libro che stanno leggendo a scuola: Jane Eyre, si chiama, di una certa Charlotte Brontë. Zia Assunta è chiusa in casa a preparare cappone, quindi non è passata a trovarmi, e io avevo tempo e me lo sono letto.

– Dev'essere davvero bello.

– Il libro? Molto. 

– No, saper leggere.

– … già. Comunque, ti spiego la storia in breve; c'è questa ragazza orfana, Jane, che trascorre un'infanzia orribile e ne passa di tutti i colori: prima va a vivere con la zia che la maltratta, e poi in collegio, dove cresce in un ambiente inospitale con regole rigidissime e severe. La ragazza cresce, studia e s'impegna, tant'è che comincia a insegnare nello stesso istituto. Un giorno le propongono di andare a lavorare come istitutrice presso la proprietà di un benestante signore, Mr Rochester, che ha una figlia adottiva di nome Adele. Mi segui fin qui?

– Sì, sto prendendo appunti. Ma mi mancano i dettagli fondamentali: è bella o brutta? Single o impegnata?

– Non è affatto bella, ma risulta comunque affascinante per la sua testa e la morale ferrea e lucida. Inoltre, ll romanzo è ambientato nella prima metà dell'800, Lalla. Non c'erano "ragazze single".

– Perché io non sono nata nel 1800 allora?!? Non è giusto. Comunque, continua.

– Grazie. Jane accetta il lavoro e si trasferisce nella dimora del signor Rochester, Thornfield Hall. I due si conoscono, si innamorano, e dopo vari ingarbugliamenti lui le chiede la mano; Jane accetta. Il giorno delle nozze, però, Jane, scopre una verità terribile: e cioè che il signor Rochester aveva già una moglie, Bertha, segregata da tempo immemore nelle soffitte della dimora poiché pazza. E Jane, pur perdonandolo, decide di andarsene da Thornfield Hall, perché il suo amore non poteva più realizzarsi. Capisci ora, Lalla? Non è un caso se ho trovato proprio questo libro. È un segnale, chiaro e lampante

– San Silverio, che storia! E come va a finire?

– Non ho ancora finito di leggere il libro. Immagino che ora avrò tempo per farlo…

– Francesca, noi ci conosciamo da molti anni. Sei la mia migliore amica da sempre. Non sarai una manager o figlia di Duchi, e allora? Tu sai voler bene, e questo va oltre ogni cosa, non c'è classe sociale che tenga. Io credo questo: se è amore, è  «come se fossimo tutti nel mondo ultraterreno e ci  trovassimo inginocchiati dinanzi a Dio: uguali come in effetti siamo

– Lalla, ora mi spaventi. Non ti facevo così profonda!

– L'ho sentito dire dal parrucchiere. Ascolta, facciamo così: adesso vai in cucina, apri il frigorifero e ti mangi un po' di gelato, poi vai da Tony a farti fare i capelli e ti dai una bella calmata. Se è davvero il cielo che ha voluto dirti qualcosa tramite il libro, è nel libro che troverai le risposte. Finisci di leggere il romanzo e ne saprai di più.

– Hai ragione, farò proprio così. Quella Jane mi sembra una con le idee molto chiare e che sa scrutare e scrutarsi bene. Ti ringrazio, Lalla, sei un'amica.

– Per così poco. A domani, Francesca. A proposito, un favore: poi me lo presti?

– Il libro?

– No, il signor Sheffield!

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