
Qui lo diciamo con chiara e forte convinzione: ci siamo rotti le palle della figura del "sognatore romantico". Non ne possiamo più. Il suddetto "sognatore romantico" è uno sfigato. Ripeto: uno sfigato.
Perché ci siamo cascati tutti, o almeno tanti di noi, inutile negarlo. Io vi vedo, cari finzionici: a voi piace andarvene in giro per la città… con la testa bassa, l'aria esistenzialista, lo sguardo sofferente, la camminata incerta, il libro nella tasca del cappottino liso, la sciarpa avvoltolata al collo, il capello spettinato. Vi credete "eroi solitari", "anime belle" Schilleriane, vivete nel sogno, nella vostra malinconia sofferente, rifiutando la squallida realtà.
Ma le cose stanno diversamente. Siete degli sfigati. Ecco cosa siete. E sapete un'altra cosa: non battete un chiodo. Perché se ogni tanto vi faceste una sana e liberatoria trombatina, allora sì che ve ne andreste in giro per la città allegri come una cinciallegra, col naso all'insù, l'espressione spavalda, eccetera, eccetera, eccetera.
Ma non è colpa vostra. No. La colpa è di Фёдор Михайлович Достоевский, si lui… proprio lui, che con questo libro ha contribuito a comporre l'immagine dell'eroe solo e sfortunato, che a noi tanto piace.
Le notti bianche, Fëdor Michajlovič Dostoevskij, 68 pg – 1 ora e 45 minuti
Credo sia inutile, stare qui a raccontarvi la trama, perché già la conoscerete. Comunque in breve: il libro è diviso in quattro notti. La prima notte in cui il protagonista gira solitario per la città con l'aria sognante, rimuginando sul fatto che non ha amici e che ha una vita infelice e triste… quando a un certo punto… quatto quatto, adesca una donzella; la seconda notte in cui il protagonista rivede la donzella ma invece di preoccuparsi di portarsela a casa e tentare l'approccio definitivo, entra in una fase logorroica e mi rovina la serata. La terza notte in cui il protagonista scopre che la pollastra ha un altro, ma che forse lo sta per mollare. La quarta notte è la notte in cui la bella torna dal suo bello e il nostro protagonista se ne torna a casa più triste e infelice di prima.
Era una notte incantevole, una di quelle notti che succedono solo se si è giovani, gentile lettore.
Ecco, appunto: solo se si è giovani, gentile lettore. Allora poche pippe e datevi da fare.
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