
Eccolo lì, come ogni giorno, seduto al Cafè Orquìdea. A Lisbona, d'estate, soffia l'aria dell'Atlantico ed è calda e luminosa. Pereira sostiene che Lisbona svavilla, splende in un modo che quasi brucia gli occhi. Perchè pensare alla morte sotto un cielo di un azzurro impossibile da dire? Questo Pereira non saprebbe spiegarlo, come non si spiega molte altre ragioni del mondo. Probabilmente perchè, nella minuscola stanza del Lisboa, in Rua Rodrigo da Fonseca, scrive ricorrenze e necrologi, vite di letterati condensate in poche righe. Qualcuno già morto, qualche altro ancora in vita, prepara tutto per non perdere tempo, perchè la memoria del passato sia pronta quando il presente scivola via.
Pereira sostiene di non credere alla resurrezione della carne, ma alle carne, quella del suo corpo, crede eccome. E' tanta e si attacca alla camicia di cotone quando, nelle giornate umide, nell'aria di Lisbona l'oceano non arriva. A Manuel, il cameriere dell'Orquìdea, non stupisce di sentirlo ordinare una limonata, fresca, con tanto zucchero, un'omelette naturalmente, alle erbe aromatiche. Proprio non dovrebbe. Il dottor Cardoso gli ha suggerito piuttosto acqua e pesce per il suo cuore malato. E tante anime, così gli ha detto Cardoso. Che non ne esiste solo una di anima nell'uomo, ma tante. Poi, per un evento, ad un certo punto nella vita, un'anima, più forte di tutte le altre, prende il sopravvento.
Pereira sostiene che il mondo è un problema, un problema che di certo non si risolve. Ma dalla Spagna vicina, dove si combatte la guerra civile, arriva un giorno un'aria diversa, la brezza dell'Atlantico incontra quella del Mediterraneo e, in fondo, Pereira si accorge che i due mondi non sono poi così distanti.
Monteiro Rossi e Marta sono giovani e antifascisti, non scrivono di morte e seguono le ragioni del cuore. Difficile avere convinzioni precise secondo Pereira quando di cuore si sta parlando. Eppure sono le più importanti, inevitabile seguirle. Anche se i dieci comandamenti non lo dicono e Pereira è cattolico, lui lo sa, che bisogna seguire quelle, pure tenendo gli occhi aperti, ben aperti sempre. Marta indossa sempre un vestito leggero, con le bretelle incrociate dietro la schiena, che le lascia scoperte le spalle, ha i capelli ramati ed è spigliata in un modo poco adatto alla Spagna di Franco e al Portogallo di Salazar. Balla con Monteiro e scrivono articoli inpubblicabili, sostiene Pereira, di scrittori rivoluzionari e antifascisti. Lo sguardo dei due rivolto verso l'Europa, al riscatto umano e alla resurrezione politica.
Pereira sostiene che smettere di frequentare il passato, carcando di frequentare il futuro è una bella espressione, che a lui mai e poi mai sarebbe venuta in mente. Perchè tra passato e futuro c'è una grande nostalgia di mezzo, nostalgia per qualcosa che Pereira sostiene di non comprendere fino in fondo. Ed è nelle piccole e profonde crepe tra il passato e il futuro che si insinua il respiro della Spagna, del suo mediterraneo che si mischia all'oceano, insieme a Marta e Monteiro, in un incontro, per le strade di Lisbona, che libera in Pereira un'anima diversa. Perchè il dottor Cardoso aveva ragione in fondo, una ragione di cuore e non di testa: di anime in un uomo ce ne sono tante. Bisogna solo avere il coraggio di sceglierne una e puntarci sopra tutto.
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