
Illustrazione di Alessio Sabbadini
Vi è mai capitato di ricevere una mail con "ti piarebbe leggere xxx" e il giorno dopo trovarvelo nella cassetta della posta? Ecco, a volte l'ufficio stampa fa questo, ma principalmente passa il tempo a scegliere i cocktail adatti per le feste. Una volta Giulia era fuori da una libreria, finita la presentazione di un libro, e le hanno chiesto che tram prendere per andare non ricordo più dove. Ha risposto "un cuba libre". Erano le 16 e un quarto.
Nome: Giulia Taddeo
Età: 31
Lavoro: cialtrona a tempo pieno, addetta stampa di Edizioni Piemme a tempo perso. O forse il contrario.
Twitter: @giuliataddeo
Come sei finita a fare quello che fai?
Cialtrona lo sono dalla nascita. C’è chi dice che ho pure il fuoco sacro delle relazioni pubbliche… anche se, per fare quello che faccio, un pochino ho dovuto studiare. Ho cominciato a fare stage presso uffici stampa all’università, cosa che mi ha portato molto a zonzo, a fare pasticci in numerose lingue e ambienti culturali. Ma se continuo a farlo vuol dire che posso sempre migliorare. Come combinaguai, naturalmente.
Fare questo mestiere è «sempre meglio che lavorare»?
La vita da ufficio stampa viene spesso fraintesa come quella di chi sta a fare chiacchiere al telefono tutto il giorno quando non è in giro per happening. In realtà, oltre la bella superficie, c’è anche molta fatica e tanti rospi da ingoiare. Come in ogni altro mestiere, d’altronde. Inoltre, spesso, chi fa il mio lavoro è in preda alla sindrome di Malaussène, ossia essere il capro espiatorio in azienda. Io mi impegno un sacco per dare dignità alla mia categoria, ma con autoironia: basti guardare l’hashtag su Twitter #vitadaufficiostampa di cui sono uno dei tanti animatori e senza il quale mi sentirei un po’ più disperata.
Vuoi più bene a Proust o a Joyce?
Difficile scegliere tra i loro baffi. Ma forse mi piacciono di più quelli di Marcel… scherzi a parte, scelgo Proust perché lo conosco meglio. A dire il vero, non so mai se affronterò mai l’Ulisse davvero. Nemmeno adesso che è appena stato ripubblicato in un tono di blu che mi piace un sacco.
L'ultimo libro che hai letto?
Come al mio solito sto leggendo mille cose contemporaneamente, finendo per mescolare nella mia testa tra loro trame e giudizi. Adesso a dividere il letto con me ci sono: Il teorema vivente di Cédric Villani, mi serve per smetterla di avere gli incubi sulla mia prof di matematica del liceo; Nera schiena del tempo di Javier Marías, regalatomi da una persona che si è dovuta arrampicare molto in alto per scovarlo, per questo è doppiamente prezioso per me, e Tre anni luce di Andrea Canobbio, perché ho letto solo cose belle attorno a questo libro e per il consiglio di una mia amica, ossia che “a volte la letteratura aiuta più del tempo”. Quelli che sono sul comodino ve li risparmio…
Mi diverte però ammettere, ed è una cosa abbastanza insolita per me, che l’ultimo libro che ho letto non è un libro di carta, ma un e-book: Le colpe dei padri di Alessandro Perissinotto, di prossima uscita per Piemme e candidato a un famoso premio letterario.
E invece da adolescente cosa leggevi?
Fino alla metà delle medie ho letto con voracità Roald Dahl e Bianca Pitzorno, poi ho avuto una crisi, sconvolta dalla noia provata di fronte ai libri della Alcott che mi consigliava mia madre.
Ho ricominciato in quarta ginnasio con Il diavolo in corpo, nella traduzione della Sanvitale, preso dallo scaffale dei Libri dell’Unità, nella libreria dei miei, perché attratta dal titolo. E da allora non mi sono più fermata…
Cocktail preferito?
Moscow Mule. Non sto a spiegarvi perché, ma non posso più bere Gin o Tequila…
Vorresti aver scritto tu Cinquanta sfumature di grigio?
Per il conto corrente che ha ora E.L. James sicuramente. Ammetto anche di aver letto il primo volume della trilogia per curiosità, ma mi sono infiammata di più per altre pagine della letteratura, quindi non la invidio certamente per la cifra stilistica. Se però Mr Grey e Anastasia hanno riportato un po’ di gente in libreria non posso che gioirne. Che però adesso quelli che sono entrati ci si fermino un po’ dentro e prendano in mano anche altri libri.
Jonathan Franzen vuole diventare tuo amico: gli offri un aperitivo?
Certo! Alla famiglia Lambert e a Zona Disagio voglio molto bene perciò sarei felice di conoscerlo dal vero… purché non si finisca a parlare di birdwatching.
Hai un lettore ebook?
Sì, addirittura due! Grazie a Babbo Natale, dallo scorso anno ho un Kobo, e poi ho ricevuto anche un Kindle, regalo dei miei amici per i miei 30 anni. Dovrei dare loro più confidenza, finora non ne ho abusato come sarebbe stato lecito e saggio fare. Ma avendo appena letto Perissinotto in e-book sono sulla buona strada. Devo solo capire come sottolineare con la matita lo schermo…
Sai distinguere il Simoncini dall'Helvetica?
Sì, certo. Uno è graziato l’altro è un bastone. A dirla così sembra che la grazia non possa mai andare col bastone… chissà se vale anche per la vita.
Il futuro dell'editoria è il digitale, il social o le ciambelle fritte?
Senza dubbio le ciambelle fritte. Mi sto già adoperando per imparare a fare campagna stampa anche per quelle senza buco…
Dove compri i tuoi libri?
In libreria e on-line. Mi piace molto riceverli in regalo, quando qualcuno sceglie un libro pensando a me, quello è un gesto che mi rende molto felice. E mi fa arrossire un po’.
Le serie tv sono meglio dei romanzi o ci vanno molto vicino?
Certe serie tv hanno una forza narrativa e di capacità di interpretazione del reale al pari dei migliori romanzi. Qualche tempo fa avevo una dipendenza da serie, ne vedevo anche 3 o 4 diverse contemporaneamente, poi ero riuscita a disintossicarmi. Adesso, purtroppo o per fortuna, sono di nuovo nel tunnel, ma solo per una: Girls. Un sacco di mie amiche dicevano che assomigliavo tanto alla protagonista, Hannah, e così mi sono incuriosita. Ecco, diciamo che è meglio del guardarsi allo specchio…
Ultimo viaggio fatto?
Ultimo viaggio di quelli che ti stravolgono, per fatica ed emozioni provate, un giro tra New York e Chicago con mia sorella la scorsa estate. Ultimo volo fatto, e quasi perso, il ritorno da Bruxelles dopo un weekend con una delle mie amiche più care. In preda alle nostre chiacchiere non ci eravamo accorte di essere finite nella fila per Nizza invece che per Milano. Prossime mete: Parigi per vedere la sorellina e La schiuma dei giorni al cinema (l’ordine di priorità è invertito, ma non fatelo sapere a lei…) e Barcellona per il Primavera Sound, al quale non torno da 9 anni e per questo sto iniziando a pensare che avrò bisogno di un training per sopravvivere a 5 giorni di festival. Ma da dove si comincia?! Io mica lo so…
Quante lingue e dialetti parli?
Strascico la C e la G perciò non si fatica troppo a capire che sono toscana e, nello specifico, pisana (a questo punto la gente nomina sempre Livorno… chissà poi perché?!). A parte ciò, conosco l’inglese, il castigliano e il francese. Capisco e leggo il catalano e so dire "pettegola" in tutti i dialetti italiani. Almeno credo.
Il libro del futuro è senza pagine e si naviga con lo sguardo?
Io fatico a concepire un libro senza una matita per sottolineare le parti che mi piacciono, però il libro del futuro mi incuriosisce parecchio. Soprattutto in relazione al mio lavoro, a come cambierà. A come sta già cambiando.
Chi vorresti essere nella tua prossima vita?
Perché togliere lavoro al Karma?! Che mi sorprenda ancora, come fatto in questa e nelle mie precedenti vite.
Cosa fai oltre a lavorare nell'editoria?
Per non tirar fuori l’abusato “Faccio cose, vedo gente”, direi che, in ordine sparso, faccio: la sorella maggiore di una sorella minore che non riconosce la mia autorità; la grammarnazi; il signor Wolf con i pochi amici più sconclusionati di me; la ragazza con la valigia che spesso si mette in viaggio anche solo per un concerto, a suo parere, imperdibile; la ciclista spericolata che rischia la vita a ogni incrocio; una che ancora crede nel potere magico dello scrivere (e ricevere) lettere; quella che si ostina ad andare al cinema al secondo spettacolo e finisce per addormentarsi sempre, e pure la fotografa a tempo molto perso. E poi ballo. Se sono triste, se sono felice, io ballo… anche dopo che la musica è finita.
Grazie!
A te!
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