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Il razzismo (non) spiegato ai bambini

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C’è un libro che ha fatto molto discutere l’America in questi giorni, e no, non è l’autobiografia della star transgender Caitlyn Jenner (che però – è notizia fresca – uscirà nella primavera 2017). Il tema del libro di cui parliamo noi è solo apparentemente più innocuo, perché, dietro ai festeggiamenti di compleanno del primo presidente americano, si nasconde in realtà uno dei problemi più irrisolti e dolorosi che affliggono gli Stati Uniti, ossia il ricordo della schiavitù.

A Birthday Cake for George Washington è un libro illustrato per bambini, uscito il 5 gennaio per l’americana Scholastic (colosso che ha pubblicato, tra gli altri, le serie di Harry Potter, Piccoli Brividi, Hunger Games, Geronimo Stilton), che racconta i preparativi per la festa del presidente attraverso la voce di Delia, la figlia del cuoco che sta realizzando il pezzo più importante: la torta di compleanno. Tra sorrisi, attestazioni di stima per il lavoro del cuoco e frasi come «è un onore e un privilegio, signore… buon compleanno, signor presidente», sembra che il colore della pelle di Hercules e Delia, il fatto che fossero schiavi di proprietà di Washington e che Hercules nella realtà storica sia fuggito per guadagnarsi la libertà, abbandonando dietro di sé la figlia, non emerga in modo sufficiente. Di certo non emerge la brutalità della schiavitù, il fatto che le attestazioni di stima non avrebbero mai ripagato la mancanza di libertà e che le frasi come quella sopra, più che di reale attaccamento al padrone, erano frutto di obbligo o calcolo.

Tutto questo hanno messo in risalto molti lettori, e poi librai, giornalisti, attivisti americani, che si sono scagliati nelle scorse settimane contro il volume. La restituzione di una schiavitù edulcorata, resa sopportabile, e l’immagine dello “schiavo felice” hanno sollevato innumerevoli voci di protesta, che si sono levate sui social media e sulla stampa («highly problematic» è il giudizio dello School Library Journal, mentre Kirkus Reviews ha definito il libro «an incomplete, even dishonest treatment of slavery»), fino a confluire in una petizione di protesta. La richiesta di ritirare immediatamente il volume dal commercio è stata accolta dopo neanche quindici giorni dalla sua uscita: domenica scorsa infatti la Scholastic ha diffuso un comunicato stampa in cui annunciava l’interruzione della distribuzione del libro. La mancanza di un giusto risalto al contesto storico in cui si svolge la storia e di un approfondimento sugli orrori della schiavitù avrebbe potuto veicolare un’idea inesatta sulle reali condizioni di vita degli schiavi e costituisce perciò il motivo del ritiro del volume.

Non del tutto d’accordo con le critiche l’autrice, la giornalista Ramin Ganeshram (che alla figura di Hercules ha dedicato quattro anni di ricerche). In un suo post del 14 gennaio si legge:

It is the historical record – not my opinion – that shows that enslaved people who received “status” positions were proud of these positions – and made use of the “perks” of those positions. […] In a modern sense, many of us don’t like to consider this, fearing that if we deviate from the narrative of constant-cruelty we diminish the horror of slavery. But if we chose to only focus on those who fit that singular viewpoint, we run the risk of erasing those, like Chef Hercules, who were remarkable, talented, and resourceful enough to use any and every skill to their own advantage […] We must be mindful that we don’t judge historical figures by modern viewpoints.

Le scelte di autrice e illustratrice erano peraltro già state sostenute e spiegate dall’editor del libro, Andrea Davis Pinkney, che il 6 gennaio scriveva sul blog della Scholastic, probabilmente cercando di prevenire l’ondata di dissenso che si sarebbe abbattuta poco dopo:

A Birthday Cake for George Washington does not take slavery’s horror for granted. […] Of equal importance are the book’s images, which show Hercules and other indentured servants smiling. The book includes an illustrator's note by Vanessa Newton, which speaks to the vital importance of properly depicting enslaved African Americans. Vanessa also took great care in her research, which revealed that Hercules and the other servants in George Washington’s kitchen took great pride in their ability to cook for a man of such stature.

Parliamoci chiaro: il libro io non l’ho letto e credo che ora sarà ben difficile procurarsene una copia. Mi pare però che le reazioni siano sproporzionate rispetto a un volumetto alla fin fine innocuo, che pecca soprattutto di buonismo nel dipingere un mondo senza conflitti, dove padrone e schiavo possono stare l’uno accanto all’altro, quasi come amici (vedi l’illustrazione in quarta di copertina). Non solo sproporzionate, ma anche paradossali, in un paese che a parole si è lasciato alle spalle un passato vergognoso, ma che nei fatti fa ancora fatica. Un paese che non si tira indietro quando si tratta di scagliarsi contro un libro che edulcora la schiavitù, ma che assiste incapace di reagire alle morti ingiustificabili di ragazzini neri per mano di poliziotti bianchi.

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