Causeway Bay Bookstore è una libreria indipendente incastrata fra una parafarmacia e un negozio di vestiti in uno dei quartieri dello shopping più affollati di Hong Kong, all'ombra di mille grattacieli e delle diecimila luci al neon che illuminano le strade su cui questi palazzi si affacciano. Causeway però non è un negozio qualunque: negli anni recenti la piccola libreria indipendente hongkonghese si è fatta un nome nella metropoli e nella Cina intera quale punto di riferimento dove trovare quei libri che il governo di Pechino quotidianamente mette al bando in tutto il resto del paese tramite la sempre fervente attività dei suoi funzionari addetti alla propaganda e alla censura.
Bastione della libertà di parola e di stampa, Causeway Bay Bookstore era esempio evidente dello spirito "irredento" della città di Hong Kong, che fino a ventotto anni fa era colonia britannica, e che tuttora, pur essendo tornata sotto il pugno di ferro di Pechino già nel 1997, continua a mantenere alta la bandiera della propria indipendenza. Purtroppo però siamo costretti a parlare di questa realtà al passato poiché Causway è stata di recente vittima di un episodo inquietante che potrebbe precluderne il futuro, e sul quale io penso sia il caso — nella nostra veste di amanti dei libri e dei lettori — di soffermarsi un poco.
Due settimane fa infatti quattro impiegati della libreria e della casa editrice ad essa affiliata sono scomparsi nel nulla, e buona parte dei loro colleghi rimasti è del tutto convinta che la sparizione di queste quattro persone sia dovuta all'intervento orwelliano delle autorità cinesi decise a chiudere la bocca una volta per tutte ai librai, redattori ed editori di Causeway: «Pensiamo siamo tutti detenuti al momento, sono spariti tutti e quattro allo stesso momento», riferisce in fatti il signor Lee, socio dei quattro librai scomparsi, che preferisce mantenere nascosto il suo vero nome per paura di ulteriori ritorsioni.
La sparizione degli impiegati di Causeway sembra non avere alcunché di casuale, poiché di loro non si hanno più notizie da quando Gui Minhai — cittadino svedese di origini cinesi — aveva annunciato al pubblico l'imminente pubblicazione di un nuovo libro riguardo al cui contenuto la casa editrice di Mighty Current (partner editoriale di Causeway) era già sul piede di guerra. L'episodio è molto preoccupante, questa è l'opinione di tutte le persone coinvolte nel caso, poiché delle quattro persone scomparse non si sa ancora nulla, e le autorità cinesi, nonostante i tentativi di contatto e di richeiste informazioni, non accennano a rispondere. Inoltre, sebbene la libertà di stampa sia tutelata con energia dalla legge di Hong Kong, questo episodio sembra seguire trend piuttosto grigi e preoccupanti, visto che negli ultimi anni più di un editore della metropoli cinese è incappato nelle ire del governo di Pechino.
Ora io non so quanta utilità possa avere parlare di un affare del genere qui su Finzioni, e perdipiù da così lontano (visto che la maggiore attenzione internazionale potrebbe essere la reazione delle autorità di Pechino). Eppure quando sento parlare del china discendente che le piccole librerie stanno prendendo da un po' di anni a questa parte dalle nostre parti del mondo a causa della preponderanza dei giganti commerciali, allora penso che forse un po' siamo diventati viziati nella nostra voracità di acquistare tutto e subito e a poco prezzo, e che forse quando ci accorgeremo di avere bisogno di nuovo delle piccole librerie, di queste magari non ce ne saranno più.
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