Giovedì 3 settembre è stata ufficialmente inaugurata la stagione d’oro del mercato librario francese, la stessa che colossi editoriali e piccole realtà locali attendono ogni anno con impazienza e trepidazione – tradotte nella pratica con una notevole dose di attività promozionale – ai fini di conquistare quei primi posti nella classifica delle vendite che garantiranno loro, dietro l’etichetta del ‘prestigio’, un po’ di respiro sul versante – meno nobile ma ahimè imprescindibile – economico.
Perché, ammettiamolo, quello dei premi letterari è un vero e proprio business, e ciò è tanto più vero in Francia, dove tra Renaudot, Femina, Médecis e molti altri, l’autunno mette a disposizione una vetrina dal potenziale non trascurabile.
E, come ogni anno, ad aprire le danze è proprio l’Académie Goncourt, che ha annunciato la scorsa settimana la lista dei quindici titoli in lizza per quello che continua a essere considerato il più importante premio letterario nazionale.
Protagonisti Mathias Enard con Boussole (Actes Sud), già vincitore nel 2010 del Goncourt des Lycéens grazie a Parlami di battaglie, di re e di elefanti (Rizzoli), e Christine Angot con Un amour impossible (Flammarion). Gallimard fa come sempre sentire la sua presenza, con tre titoli che spaziano dal romanzo coloniale di Hédi Kaddour, alla favola sul totalitarismo religioso di Boualem Sansal, per superare i confini della fiction con il racconto della giovinezza ruandese di Jean Hatzfeld. A speronarla quest’anno è l'editrice Stock, grazie a Soudain, seuls, il terzo romanzo della navigatrice Isabelle Autissier, alla nuova opera di Tobie Nathan e al racconto dell’amore per Eva Ionesco di Simon Liberati.
Grande assente invece il marchio Grasset, dettaglio che stupisce soprattutto considerando la recentissima conquista del premio Fnac da parte di Laurent Binet con La septième fonction du langage, opera pubblicata dalla storica casa editrice che ha riscosso un grande successo presso critica e pubblico, così come quelle di Charles Dantzig e Sorj Chalandon, che non hanno ottenuto abbastanza voti da parte dei dieci giurati presieduti da Bernard Pivot per prendere parte alla fase finale della competizione.
Basta una rapida occhiata alla lista per confermare la volontà della stessa giuria di circoscrivere la valutazione ad autori di fama già consolidata: non sono infatti presenti esordi letterari (a parte qualche rara eccezione, inoltre, possiamo notare che si tratta di nomi noti pressoché anche in Italia o comunque già presenti in traduzione).
Et voilà i quindici fortunati:
- Christine Angot, Un amour impossible (Flammarion)
- Isabelle Autissier, Soudain, seuls (Stock)
- Nathalie Azoulai, Titus n'aimait pas Bérénice (P.O.L.)
- Olivier Bleys, Discours d'un arbre sur la fragilité des hommes (Albin Michel)
- Mathias Enard, Boussole (Actes Sud)
- Nicolas Fargues, Au pays du p'tit (P.O.L.)
- Jean Hatzfeld, Un papa de sang (Gallimard)
- Hédi Kaddour, Les Prépondérants (Gallimard)
- Simon Liberati, Eva (Stock)
- Alain Mabanckou, Petit piment (Seuil)
- Tobie Nathan, Ce pays qui te ressemble (Stock)
- Thomas B. Reverdy, Il était une ville (Flammarion)
- Boualem Sansal, 2084 (Gallimard)
- Denis Tillinac, Retiens ma nuit (Plon)
- Delphine de Vigan, D'après une histoire vraie (JC Lattès)
Le prossime selezioni si terranno il 6 e il 27 ottobre, mentre per scoprire a chi Lydie Salvayre cederà lo scettro dovremo attendere martedì 3 novembre.
L'articolo Annunciati i quindici finalisti del Prix Goncourt 2015 sembra essere il primo su Finzioni.