Quando una notizia sembra falsa, di solito è falsa. Sebbene la frase sopra sia banale, su Internet molti se ne dimenticano. Pazienza se a cascare nell’ennesimo video-foto-link complottista è il vostro vicino di casa, ma quando ci casca un personaggio famoso allora il problema prende tutta un’altra piega. Così facendo il dubbio diventa una certezza e la domanda si tramuta in una domanda retorica.
Ad esempio, ieri Nicolai Lilin ha condiviso il post qui sotto, chiedendo se la ragazza nella foto fosse Vanessa, una delle due ragazza rapite in Siria. La risposta è no.
Come dice Coccia, su Linkiesta, bastava cercare su google immagini. Perché, sebbene la foto non sia il frutto di un fotomontaggio, è semplicemente lo scatto di una combattente curda con i capelli bruni. Tratto somatico non così esotico in medio oriente.
Lilin si difende dalle accuse sostenendo (qui) che ha fatto solo una domanda. Certo che la sua è solo una domanda. Ma anche il tweet di Gasparri era solo una domanda.
#VanessaeGreta sesso consenziente con i guerriglieri? E noi paghiamo! @forza_italia
— Maurizio Gasparri (@gasparripdl) 17 Gennaio 2015
Uno scrittore non è un giornalista, o un politico, e non ha certo il dovere legale di controllare le sue fonti. Però, in generale, dovrebbe sempre porsi la domanda "Quello che condivido contribuisce al dibattito pubblico?". Badate bene, non sto dicendo che uno scrittore non ha diritto ad avere opinioni (anche sceme) o che non può condividere immagini a caso, dico solo che se io intitolassi (all'interno del contesto di Finzioni) un post con la domanda “Davvero Borges andava a letto con sua madre?” avrei un po’ di colpa, se alla fine qualcuno ci credesse. Anche se subito sotto il titolo scrivessi “no, non è vero”. Detta brevissimamente, non conta solo quello che diciamo, ma soprattutto quello che decidiamo di dire.
Chiedete a Erri De Luca cosa ne pensa. Quello che uno scrittore dice ha così valore che un tribunale ha deciso di iniziare un processo imputando all'autore l'accusa di istigazione a delinquere… davvero un altro scrittore pensa che basti un post per alleggerire il peso delle sue parole?
(ah, Nicolai, davvero c’era bisogno di insinuare che Topolino è per persone che hanno "un livello di lettura più adatto a chi è pronto ad offendere e accusare una persona che sottopone all'attenzione pubblica i propri dubbi e coinvolge nella ricerca di una risposta gli amici e i lettori"?)
L'articolo Lilin, quando una notizia sembra falsa, di solito è falsa sembra essere il primo su Finzioni.