Antoine Doinel, il protagonista del film I quattrocento colpi (di François Truffaut) legge di nascosto La ricerca dell'infinito di Balzac. Un romanzo che non ho letto e che non è nella mia wishlist di Amazon, per usare un'espresisone nei nostri tempi. Ma torniamo ad Doinel, che consegna un tema in classe riportando il finale del romanzo… il professore se ne accorge.
Il ragazzo accende un cero a Balzac, che è un po' come quando noi seguiamo il nostro scrittore-calciatore-vip preferito su Twitter: un modo per sentirsi più vicino a qualcuno che ammiriamo. Guardacaso, sia nel film sia nelle nostre vite, la realtà è mediata da un'immagina (la foto di Balzac, il tweet del nostro beniamino).
Come finisce il film lo sappiamo tutti. Non è vero. È normale non saperlo, ma non sta a me raccontarvelo nelle poche righe che ho a disposizione. Vi basti sapere che a un certo punto Antoine vede il mare per la prima volta nella sua vita. Che è quello che vi auguro: di leggere qualcosa di fico e di vedere il mare.
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