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Da una parte c'è Andrew Wylie, 67 anni, detto anche Lo Sciacallo, l'agente letterario più potente del mondo. Dall'altra la spagnola Carmen Balcells, 84 anni, la Mamá Grande della letteratura latinoamericana, come la chiamava Gabriel García Márquez. Una coppia che ha poco in comune, se non il fatto, non secondario, di aver dato vita qualche giorno fa alla Wylie-Balcells, la più grande agenzia letteraria del mondo.
I due non si sono mai amati dal punto di vista professionale. Dopo che Wylie strappò post mortem Borges e Bolaño alla Balcells, lei lo definì con disprezzo «un seduttore di vedove» e questo la dice lunga sul rapporto non esattamente idilliaco che lega i due più influenti burattinai dell'editoria mondiale. Sì, perché basta guardare i clienti di entrambi per farsi un'idea: Wylie rappresenta gli interessi, tanto per citarne qualcuno, di Salman Rushdie, Philip Roth, Roberto Saviano, Alessandro Baricco, Mo Yan, Martin Amis e dei defunti Nabokov, Updike, Bellow. La Balcells, invece, porta in dote Pablo Neruda, Gabriel Garcia Marquez, Isabel Allende, Mario Vargas Llosa, Julio Cortazar. Le esigenze di mercato si sono rivelate, com'è noto, molto più potenti delle battaglie a suon di firme. Dalle enormi potenzialità di un patrimonio letterario incontrastato a un matrimonio necessario il passo è stato breve.
L'accordo, firmato il 27 maggio, è stato annunciato ufficialmente da Wylie e Balcells con un comunicato inviato ai rispettivi clienti – e riproposto da El Pais - in cui si legge: «Ci siamo stimati a vicenda per anni, e ora abbiamo la possibilità di lavorare insieme più strettamente. Il nostro obiettivo è di incrementare la forza, la portata e la durata della rappresentanza dei nostri clienti, e siamo entusiasti e pienamente fiduciosi nelle future opportunità che abbiamo davanti e per le quali ci impegneremo con tutto noi stessi». Le due società non hanno ancora spiegato in quali termini avverrà la fusione, se con la creazione di una super agenzia globale o attraverso l'apertura di una filiale in America Latina. Secondo diversi addetti ai lavori, l'accordo nasce soprattutto per garantire a entrambe le società maggior potere di negoziazione con i grandi retailer mondiali come Amazon, Google e Apple.
Non mancano le reazioni da parte dei grandi dell'editoria internazionale. Claudio Lopez de Lamadrid, direttore di Penguin Random House, nasconde la preoccupazione per la nascita di un nuovo e più potente competitor con un diplomatico commento, definendo l'operazione «molto intelligente per entrambe le agenzie: da un lato Wylie entra per la porta principale nel mondo ispanofono, dall'altro Balcells si assicura la continuità dell'agenzia e il profitto dei suoi autori». Per Alberto Manguel, scrittore e traduttore argentino, l'accordo tra Balcells e Wylie segna la scomparsa dell'agente letterario per come lo abbiamo conosciuto finora, dando luogo a rapporti sempre più impersonali tra agenti e scrittori.
Dal mondo editoriale italiano, uno dei primi commenti è stato quello di Roberto Santachiara, tra i più noti agenti letterari italiani, che reagisce senza sorpresa: «Se si pensa alla fusione fra Penguin e Random House dell'ottobre 2012, a monopoli editoriali si può solo rispondere con altri monopoli». Sulla possibile fusione di altre agenzie letterarie, Santachiara si mostra pessimista ed esclude totalmente il suo coinvolgimento in un progetto del genere: «Non ci penso proprio… già è complicato discutere con gli editori, figurarsi se dovessi farlo con un altro socio».
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